Tao

Questa brevissima canzone, a un tempo esplicitamente prescrittiva ed insolubilmente enigmatica, giustappone e incrocia tre argomenti vastissimi: 1) il Tao; 2) la tecnica del trattenimento del seme; 3) la polemica sulla sovrappopolazione del globo.

Iniziamo con il dare un’apodittica definizione di Tao: «Il Tao, la cui traduzione letterale è la ‘Via’ e che ha dato il nome alla dottrina stessa, è il Principio supremo, considerato dal punto di vista strettamente metafisico: è al tempo stesso l’origine e la fine di tutti gli esseri… è la dunque la direzione che l’essere umano deve seguire perché la sua esistenza, nello stato in cui attualmente si trova, sia conforme alla Via, o in altre parole, al Principio supremo». Così, forse, per questa canzone, è da Guénon che è partito Battiato che nelle sue canzoni e nelle sue interviste ricorda Guénon come una conquista della seconda metà degli anni Settanta: ad esempio troviamo «l’esoterismo di René Guénon» in Magic shop, una delle sue canzoni più sarcastiche sul falso esoterismo.

Per quello che riguarda invece il tema della moltiplicazione dell’uomo, forse la spinta viene dallo schopenhaueriano Sgalambro e da queste sue coincidenti affermazioni che riporteremo di seguito, mentre torneremo su una pagina molto importante di Battiato in chiusura. «Agisci in modo che nessuna vita si aggiunga alla vita»; «Un’altra avversione è rivolta al moltiplicarsi della specie, quando uno solo basterebbe»; «La procreazione la vedo come un virus, come un’infezione… gli spermatozoi sono virus potentissimi… diffondono l’essere umano»; «l’amore sterile – l’estrema purezza che si astiene dalla vita che non dà seguito a questa orrenda malattia».

La fonte più remota è quella però più estesa e articolata e riguarda di nuovo Battiato e il trattenimento del seme. Per illustrare quest’ultima parte faccio riferimento in particolare alle precise domande di Franco Pulcini e alle esaurienti risposte di Franco Battiato.

Pulcini: L’ultima canzone della voce del padrone intitolata ‘Il sentimiento nuevo’ affronta il tema dell’amore non solo come sentimento, ma come forte carica sensuale. A questo proposito, visti i tuoi interessi mistici ed esoterici, appartieni anche a quella corrente di pensiero che vive l’elemento divino tramite la sessualità fisiologica?

Battiato: È una domanda interessante, ma piena di tranelli per il mio caso personale. Sono da anni combattuto tra le due strade, quella che utilizza il sesso come elevazione mistica e quella cattolica della trasformazione. C’è una frase che non so se utilizzerò per Gilgamesh ma che avevo scritto per quest’opera. Diceva così: ‘Quando raggiungevo una forte intensità in amore, il mio seme diventava più denso e più puro’. Nell’antichità si parlava del parossismo orgiastico, della tecnica del trattenimento del seme, un orgasmo continuo con una fuoriuscita e rientro del seme. Quella era una tecnica per arrivare a livelli di estasi al di là dell’umano, quasi insopportabili per forza intensità gioia.

Pulcini: Quando parli di sessualità cattolica, alludi a un senso di colpa?

Battiato: Quello non mi è mai interessato. L’energia sessuale è come il fumo che passa attraverso le porte. Non puoi chiuderla, non puoi sigillarla perché si trasforma. Nel momento in cui reprimi una cosa, ti scappa fuori da un’altra parte. Direi piuttosto, come suggeriscono i più evoluti mistici cattolici, che si può tentare di trasformare la sessualità. Molti cristiani hanno saputo instradare l’energia sessuale verso altre direzioni. Le mie due diverse strade sono queste: da un lato il raggiungimento di una situazione diversa, tramite un uso particolare della sessualità, dall’altro spostare la sessualità verso altre cose, trasformare l’energia. Come il lavoro che produce calore. Non ti ho detto la terza strada possibile: non sprecare tanto tempo in tentativi vani. Senza fare tanti discorsi elevati: si può considerare anche la sessualità come uno sfogo fisico necessario, uno svuotamento della spina dorsale. Se non sei in grado di farla diventare qualcosa d’altro, è meglio che alcune tensioni che si organizzano, vengano espulse e liberate (…) Infine ribadisco una cosa: l’atto sessuale, l’orgasmo per eccellenza, per me è come una prova generale del definitivo abbandono del corpo. Attraverso il piacere sessuale non ci sono più freni e quindi si va fuori dal proprio Sé.

Per concludere, ricordo che un cenno a tutto questo, e all’amore tantrico, lo troviamo nella sceneggiatura di Perduto Amor (a firma Battiato-Sgalambro) del 2003: «Per alcuni la ritenzione del seme è il compimento della Castità: la non perpetuazione della trasmigrazione». Resta però da chiedersi, e non credo vi sia risposta, quale sia la posizione personale di Battiato e di Sgalambro, e se questa canzone presenti davvero le loro idee e non piuttosto, come in definitiva crediamo, una fotografia di una posizione esistenziale che Battiato e Sgalambro rispettano profondamente ma non seguono in modo dogmatico.

Tao: 1) il Tao; 2) la tecnica del trattenimento del seme; 3) la polemica sulla sovrappopolazione del globo
René Guénon, Scritti sull’esoterismo islamico e il taoismo, trad. it, Adelphi, 1993, p. 104
la battuta su una «signora (che) vende corpi astrali», per dire una prostituta, è una trovata caustica e geniale
cfr. Dell’indifferenza in materia di società, p. 59; Del delitto, p. 152; Trattato dell’età, pp. 85 e 41
Magic shop, 1979
Battiato-Pulcini, op. cit., 1992, pp. 40-43
Perduto Amor, 2003
cfr. Battiato 2007, p. 30
il rifiuto del dogma è la cifra ideologica, e anche stilistica, del Duo, e di Battiato e Sgalambro individualmente, in tutto il loro percorso

Questa brevissima canzone, a un tempo esplicitamente prescrittiva ed insolubilmente enigmatica, giustappone e incrocia tre argomenti vastissimi: 1) il Tao; 2) la tecnica del trattenimento del seme; 3) la polemica sulla sovrappopolazione del globo.

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