Fornicazione

Il termine «giaculatorie» (è da questo che deve partire la nostra analisi) ci rimanda ancora una volta a Sgalambro e al suo uso iconoclasta delle parole. Iniziamo col ricordare che una parola più semplice per «giaculatorie» è «frasi di rosari», frasi ripetute all’infinito come in un mantra; manca però un vero complemento di specificazione che precisi le caratteristiche dell’azione ripetuta all’infinito: erotica o religiosa? Ma credo l’ambiguità sia voluta. Scrive, infatti, Sgalambro: «Ne è della giaculatoria teologica – Buono, Bello, Sapiente, Amabile… (secondo i Nomi divini dello Pseudo-Dionigi) – come delle giaculatorie amorose – micina, gioia, amore, gattina…».

Per una comprensione della canzone però, con un salto ardito, credo si debba risalire a una tradizione molto forte in Sicilia che accosta le immagini della morte (trionfante) a quelle dell’amore ma Sgalambro (e Battiato) sono solo in parte erede di tale retaggio. Semplicemente giustappongono due momenti fondamentali della vita dell’uomo, da vivere quindi con grande libertà, autenticità, intensità, consapevolezza. Questo d’altronde il senso di Accetta il consiglio:

Godetevi il vostro corpo, usatelo in tutti i modi che desiderate. / Sì, anche in quello… / Ballate! Anche se il solo posto che avete per farlo / è il soggiorno di casa vostra».

Oppure in forma più tagliente:

Chi ha vissuto un giorno, ha vissuto una vita. Vivi il tuo giorno, dunque. Ama per oggi intanto. Dormi? Sei morto. Ti svegli? Sei rinato, alleluia. Rinascerai per ventimila, forse trentamila volte. La pace sia con te.

Questo d’altronde il senso complessivo nel quale vanno anche letti degli altri testi connessi, in qualche modo, alla nostra canzone. Ad esempio, quello intitolato Tentazioni di Anatol:

Un canto di Saffo e un’ode di Pindaro, la Vita Nova, i sonetti di Shakespeare… Egli respinge lo spirito di fornicazione che lo induce ad essi. Voltaire e Giobbe… ‘Homo natus de muliere, brevi vivens tempore… et fugit velut umbra’…», o la frase: «Come sopportiamo di chiamarci viventi, noi morenti! Che frode, commenta Anatol». Ed ancora: «Si diceva avesse osservato al microscopio il Bacterium fluorescens liquefaciens, il Bacterium histolyticum, il Bacterium mesentericum, il Bacterium sporagenes, il Bacterium putrificum… Da parte sua, Anatol, ammetteva solamente di avere a lungamente meditato sulla putrefazione (…) Seguendo Ignazio da Loyola, Exercitia spiritualia, 65: l’esercizio detto ‘Meditazione dell’inferno’. Con la vista immaginativa vedere fuochi immensi… con l’udito intendere i pianti, le urla, le grida, le bestemmie… con l’olfatto odorare il fumo, lo zolfo, fogne e putrefazione.

O il senso di un ulteriore brano, apertamente polemico: «Ora impazzano la follia della pratica e lo spirito fornicatore». Ma forse dobbiamo risalire ad un altro aforisma dal titolo Distrazioni: «vi sfiora l’alito fetido della morte. Sì, quella bella ragazza che ride come una folle, felice ed appagata, sa che, in questo momento, è sfiorata dai vermi?».

Insomma la delicatezza della frase iniziale («Fornicammo mentre i fiori si schiudevano») si giustappone, e non si contrappone (in una corretta prospettiva esistenziale quale ci propongono Battiato e Sgalambro), alla consapevolezza della morte e dello sfacelo: «l’odore marcio di un vecchio porto, / e come pesce putrefatto putrefare».

Infine Fornicazione ci permette di ricordare l’inizio della collaborazione tra Sgalambro e Battiato attraverso le parole del cantautore e compositore siciliano che ricorda tra i testi del filosofo che lo hanno entusiasmato proprio Fornicazione:

La partenza di questa collaborazione è arrivata in un mio momento di saturazione anche di scrittura dei testi. Consideravo chiuso un periodo. Aspettavo così un cambio, un giro di boa. L’arrivo dei testi di Sgalambro mi ha messo di fronte a una scelta perché fino a quel momento… io censuravo automaticamente tutto ciò che poteva sembrarmi sgradevole… È più facile per un compositore che scrive anche i testi fondere le parti, perché nella scrittura letteraria, essendo musicista, ci metti dentro già quel ritmo che poi sarà facile decodificare nel momento della composizione. I testi di Sgalambro mi hanno fatto frequentare, come dire, un altro giardino… mi hanno costretto a una lotta stringente… E ciò mi ha dato la possibilità di allontanarmi dal pericolo di ripetere me stesso all’infinito… Era la strepitosa forza delle parole di Sgalambro, che rappresentavano altro da me, a portarmi a fare i conti con questo. Un brano come Fornicazione, quando me lo ha mandato, come facevo ad ignorarlo? Certo mi dava anche qualche problema, però alla fine ne sono molto contento…

Trattato dell’empietà, p. 62
Accetta il consiglio, 2003
Del pensare breve, p. 89, cui segue un titolo significativo Serietà e gioco della vita
Riportiamo la traduzione dei versi in latino, tratti dal libro di Giobbe, 14, 1-4: «L’uomo nato dalla donna, ha vita breve… e fugge come ombra»
il protagonista del romanzo omonimo nel cui nome si nasconde, almeno in parte, lo stesso Sgalambro
Anatol, pp. 42, 54, 75; ma cfr. anche Orazio: «pulvis et umbra sumus», «noi siamo polvere e ombra»
De mundo pessimo, p. 122; cfr. anche La morte del sole, pp. 72-73 e 158
Aforisma Distrazioni in Del pensare breve, p. 31
La voce di una donna recita i seguenti versi «Vieni e viviamo o mio amato / e la nostra coperta sarà la pace. / Voglio che canti, luce dei miei occhi», in arabo, «tala na’isha ya habibi». Il frammento era già stato utilizzato nel disco Luglio, agosto, settembre (nero) degli Area e viene dalla registrazione di una composizione del poeta Rafia Rashed in un museo del Cairo (cfr. Annino La Posta 2010, p. 207). Questi versi sono in tutto coerenti con il senso ultimo della canzone.
cfr. Intervista in Nuove effemeridi, n° 47, 1999

Il termine «giaculatorie» (è da questo che deve partire la nostra analisi) ci rimanda ancora una volta a Sgalambro e al suo uso iconoclasta delle parole. Iniziamo col ricordare che una parola più semplice per «giaculatorie» è «frasi di rosari», frasi ripetute all’infinito come in un mantra; manca però un vero complemento di specificazione che precisi le caratteristiche dell’azione ripetuta all’infinito: erotica o religiosa? Ma credo l’ambiguità sia voluta.

[…]

abbònati per accedere a questo e agli altri commenti di www.battiatolacura.it